Genesi

Un nuovo ordine monacale

Italia, provincia dell'impero

Praticantato

 


Genesi

La storia dei CCCP nasce da tante cose, soprattutto dalla voglia per noi di essere in positivo rispetto al mondo e non in negativo, perché ognuno di noi a suo modo aveva sperimentato tutti i suoi possibili negativi, il tendere all'autodistruzione con una cosa, con l'altra, e nessuno di noi ne aveva più voglia. Non ce ne frega assolutamente niente del dark come concettualità, cioè dell'essere negativi, dell'essere contro, del far emergere sempre la propria anomalia, la propria diversità. Noi vogliamo mantenere esattamente questo approccio, però ribaltato rispetto al positivo. E poi c'è stato l'impatto con il punk, questa musica violenta, non suonata, urlata, e la voglia di rincontrarsi col proprio mondo, perché in realtà in ogni paese europeo i punk sono scoppiati improvvisamente con dei connotati comuni ma anche molto diversi. Tutta la musica punk è cominciata a nascere, infatti, nella lingua originaria, come succede per la musichetta leggera, non ha ripreso il verso del rock'n'roll che è quello di uniformare il mondo a una cadenza linguistica; il verso del punk è tornare alla musica leggera, fare un passo indietro, per cui ognuno canta con la sua lingua, le sue parole, e può essere apprezzato anche da chi parla un'altra lingua, ma per altri motivi. Noi di questo mondo ce ne siamo accorti in maniera clamorosa quando andavamo a Berlino ed abbiamo scoperto che c'erano un sacco di punk anche a Berlino Est. Abbiamo pensato che quelli erano la prima vera avanguardia della gioventù dei paesi del socialismo reale, perché fino ad allora noi eravamo abituati a considerare le avanguardie dell'Est come quelli che subivano il fascino dell'Ovest e non vedevano altro che l'ora di superare la barriera e venire a fare i soldi e farsi una vita in occidente, e questo dalla Rivoluzione in avanti era sempre successo. Per la prima volta invece ci ritrovavamo agli inizi degli anni ottanta con una generazione nuova nei paesi dell'Est che non aveva nessuna voglia di saltare la barriera, che cosa gliene fregava a loro? Dovevano vivere di là e quindi vivevano...Questo cocervo di ideologie che il movimento punk si è dato subito era poi quello che serviva meglio, perché disprezzando qualsiasi tipo di ideologia le disprezzi tutte, un conto è disprezzare quella comunista per poi apprezzare quella consumista, e un conto è dire che le ideologie sono morte, ma sono morte tutte, non solo quella in cui vivo io, è morta anche quella in cui io potrei andare a vivere, per cui non c'è nessun motivo per cui io prenda su e me ne vada da un'altra parte. Siamo così stati spronati dai punk di Berlino Est a tornare a farci i fatti nostri nella nostra casa, che è la pianura padana.

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Un nuovo ordine monacale

Il punk in Italia è nato molto legato all'ideologia anarchica. Le prime cose che apparvero qui sul punk in realtà ne parlavano come di un nuovo movimento europeo, ma di fascisti, perché portavano le svastiche. Poi invece apparvero un sacco di gruppettini punk, molto legati, però, a quelli che erano i circoli anarchici, cioè legati ad una frangia di Autonomia. Quindi, in realtà, il punk in Italia non è arrivato con quella carica dirompente della morte dell'ideologia, ma in realtà è arrivato al servizio dell'ultima ideologia nata, che era quella dell'Autonomia. In questo modo non si è potuto sviluppare, perchè è nato dentro ad un nucleo che era già alla fine, che stava già morendo. Invece l'ideologia di fondo del punk erano due cose, riconoscibili in tutta Europa. Una era che l'abito fa il monaco, come succedeva agli inizi del Medioevo. Una frangia minoritarissima della popolazione europea e giovanile ha deciso che da quel momento esisteva un nuovo ordine monacale in giro per le strade ; questi erano i punk,che si riconoscevano benissimo perché in un periodo in cui tutti avevano i capelli lunghi,portavano i blue jeans ed erano piuttosto azzimati, loro avevano capelli corti o in ogni modo molto rovinati, contro ogni pretesa naturalistica, sai, lo shampoo alle erbe, le saponette della nonna, coi punk invece c'è un uso ed un abuso di materiali chimici, tra l'altro quelli scaduti e buttati via. Questa cosa è estremamente medioevale, estremamente grezza, e nei secoli in Europa non si era più vista. Adesso l'abito non fa più il monaco, viviamo in un mondo troppo complicato per credere che queste cose possano durare più a lungo... quando arrivano nei mass media sono già rovinate, perché dopo loro sono in grado di trasformarle. Ma c'è stato un momento in cui davvero questa solidarietà monacale esisteva,e alla grande. Allora, da una parte il movimento punk nella sua essenza era questo, un abito nuovo per un nuovo ordine in giro per le strade d'Europa. Secondo: un'ideologia, una sola, tra l'altro anche falsa, però tanto aggregante: non c'è futuro. Quando tutti dicevano "ah,che grande progresso, che meraviglia il mondo moderno", perché era il tempo che anche al sinistra aveva scoperto la meraviglia del mondo moderno, c'è questa frangia infame di giovani europei che dice : "Quale meraviglia? Non c'è futuro, qua si va alla rovina, si va al macero. Guardate me!".

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Italia, provincia dell'impero

L'Italia è assolutamente una provincia in cui non nasce mai niente ma in cui qualsiasi moda arriva subito. Le cose che giungono in origine hanno un vigore, una forza, delle idee e dei comportamenti che le sorreggono, ma li hanno dove nascono queste cose, e in Italia si fa sempre il verso a quello che nasce da un'altra parte. Infatti quando non c'è niente di nuovo in giro per il mondo, non c'è niente di nuovo neanche in Italia. La nostra voglia e volontà è proprio di far nascere qualcosa che avesse origini e radici e possibilità di spiegazioni solo qua, tant'è vero che ci siamo chiamati così. Vi invitiamo a chiamarvi CCCP Fedeli alla linea a Catanzaro, è una parodia, ma noi possiamo permetterci di fare questo perché è proprio la nostra storia, la nostra vita, è casa nostra e noi giochiamo sul vero: abbiamo dimostrato che è proprio possibile farsi le proprie storie partendo dalla proprie vita, dal proprio orizzonte culturale e geofisico. Per contribuire a far nascere qualcosa anche in Italia noi dobbiamo decidere che non siamo più una provincia dell'impero americano, ma noi siamo una realtà. Io vivo in un mondo che purtroppo accetta le divisioni delle frontiere, perchè è un retaggio storico e chissà quanto ci vorrà per superarlo, ma io non ho nessuna voglia di barriere protezionistiche o divisioni fra la musica commerciale e la musica non commerciale. Al mondo c'è la musica, e ci stiamo dentro tutti quanti. Fine.

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Praticantato

Il limite fra quella che è la normalità e la follia è labile, ma labile nel senso che proprio non esiste, e tutto si intreccia ad un presunto limite che qualcuno ha stabilito. La parola è una di quelle possibilità vere che ci sono per frantumare questo limite, perché la parola è istinto di conversazione è comunicazione. Io non avevo mai fatto degli studi né mi ero interessato più di tanto a queste cose fino a quando in modo del tutto casuale non mi sono ritrovato a fare l'operatore psichiatrico ed ho avuto davanti a delle persone fisiche che mi ponevano dei problemi ed io li dovevo aiutare. E poi mi piaceva anche molto. Io non sarei mai riuscito a stare sul palco dei CCCP se non avessi avuto un'esperienza di 100.000 palchi reali, nei mercati, nelle fiere, nei bar, negli alberghi, con il mio gruppo di matti che erano i più belli della provincia di Reggio Emilia. Quando ho smesso di uscire con loro ero tanto abituato ad essere guardato da tutti per la situazione che vivevo, che anche con la cresta verde e azzurra la gente mi guardava un po' meno perché se non altro ero io da solo e non avevo questa tribù intorno di gente visivamente diversa.

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L'intervista è stata realizzata da Alba Solaro e Mara Palomba e pubblicata sul numero di Maggio 1988 di "Rockerilla".

 

(Intervista di Alba Solaro e Maria Palomba - Rockerilla,Maggio 1988)